Edoarda Emilia Maino (1930 – 2004)
in arte Dada Maino (attestato dal 1957 al 1962), Dadamaino (attestato dal 1963)
Morta a Milano il 13 aprile 2004
biografia a cura di Cristina Celario
in arte Dada Maino (attestato dal 1957 al 1962), Dadamaino (attestato dal 1963)
Morta a Milano il 13 aprile 2004
biografia a cura di Cristina Celario
1930
Il 2 ottobre nasce a Milano Emilia Maino, figlia unica di Giovanni Maino, geometra per il Comune di Milano e per il Genio Civile, ed Erina Saporiti, casalinga.
1943
Durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale la famiglia Maino sfolla a La Maddalena, frazione di Somma Lombardo (VA), dove vivevano i genitori di Erina Saporiti.
La famiglia rimarrà a La Maddalena fino alla fine della guerra.
1945 – 50
La famiglia Maino torna a vivere a Milano in via Vespri Siciliani 18, dove il padre riprende la professione. La figlia frequenta il Liceo Classico e, conseguita la maturità, si iscrive nel 1950 alla Scuola d’Arte Applicata all’Industria del Castello Sforzesco. Verosimilmente si iscrive nello stesso tempo alla Facoltà di Medicina.
1956
Esordisce nel mondo dell’arte partecipando al Premio “Cesare da Sesto” a Sesto Calende (VA). Il 5 agosto 1956 la giuria assegna il primo premio a Ferruccio Garopesani, il secondo a Ermanno Pittigliani, il terzo a Enzo Vescovi.
Nell’ottobre 1956 partecipa alla mostra collettiva “Giovani pittori lombardi” alla Galleria Totti di Milano. Con Dadamaino espongono Baroni, Boschini, Calvi, Campana, Carrara, Fabbri, Lizioli, Mazzon, Paganelli, Pasotti e Spinelli.
In questo periodo la giovane artista inizia a farsi chiamare Eduarda, da cui deriva il diminutivo Dada.
1957
Il 4 aprile la Galleria del Grattacielo di Enzo Pagani inaugura al Circolo della Stampa di Milano la “Iª Mostra dell’autoritratto”. Dadamaino partecipa all’esposizione proponendo un suo autoritratto: un dipinto figurativo, dove da uno sfondo colorato e indefinito, emerge un volto femminile, caratterizzato da grandi occhi chiari, naso aquilino e labbra rosse e carnose. Linee bluastre ombreggiano l’ampio ovale.[1] Tra gli altri artisti partecipanti figurano Enrico Baj, Roberto Crippa, Lucio Fontana e Piero Manzoni. Inizia a frequentare il Bar Giamaica, centro dell’avanguardia milanese, dove conosce, tra gli altri, Piero Manzoni, i fotografi Giovanni Ricci e Uliano Lucas.
Tra il 29 aprile e il 17 maggio Dadamaino è presente alla “Mostra nazionale di arti plastiche e figurative” presso la Galleria Il Calderone di viale Padova 1 a Roma.
Con l’inizio dell’estate si riavvia la stagione dei premi e la giovane artista moltiplica le sue presenze: “Premio per il paesaggio brianzolo”, “Premio Melzo”, “Mostra nazionale del piccolo formato” e “Ferrara e la sua frutta”.
Rinnova inoltre la partecipazione al Premio “Cesare da Sesto”. Tra i settantacinque partecipanti, la giuria premia Francesco Fedeli, Luigi Guerricchio e Gerolamo Paganelli. Dadamaino presenta l’opera Composizione di cui non rimane nessuna riproduzione. Si tratta probabilmente di un’opera astratta che risente del clima Informale milanese.
[1] L’opera è pubblicata come Autoritratto, 1957, Olio su tavola, cm 39 x 29 in Dadamaino gli anni ’50 e ’60, la capacità di sognare, catalogo della mostra, Milano, Associazione culturale Stefano Cortina, 8 giugno – 30 luglio 2010, p. 18.
1958
Il 31 maggio inaugura la mostra bipersonale “Maino Dada, Pivetta Osvaldo” al Circolo di Cultura di via Boito 7 a Milano, con presentazione di Enotrio Mastrolonardo. Non sono note le opere esposte dall’artista, ma un commento di Miklos Varga sottolinea che Dadamaino “presenta nelle opere di nuovissima tendenza un equilibrio di volumi sapientemente costruiti, dove i rapporti spazio – luce raggiungono una propria autonomia, creando elementi convertibili in nuove sensazioni visive ed infine una modernissima dinamica”.
Durante l’estate, l’artista partecipa nuovamente ai premi d’arte. Degna di nota è la partecipazione al “XII Premio Nazionale di Pittura F. P. Michetti”, a Francavilla al Mare (CH). L’opera di Dadamaino, Forme lacustri, oggi non più rintracciata, viene collocata nella seconda sala della sede espositiva, a fianco di artisti già noti come Pompilio Mandelli e Achille Perilli. La giuria premia Fiorenzo Tomea con l’opera Lanterne.
Non manca, nemmeno nell’estate del ’58 l’appuntamento con la Cesare da Sesto, che, del resto, rimane tappa fissa delle partecipazioni della Maino fino al 1961. L’artista è inserita nella sezione “6 giovani pittori lombardi”: Besozzi con Natura, Da Grada con Composizione, Milano con Nuovo Simbolo, Paganelli con Composizione, Pivetta con Ansia. La Maino espone Forme spaziali, riprodotto in catalogo: tratti neri al centro della composizione danno un senso di organicità e movimento. Nel pieghevole, steso prima dell’estate, Dadamaino dice che “sta allestendo una mostra che avrà luogo nel prossimo agosto ad Albisola”. E’ forse grazie ai contatti con Piero Manzoni che in quella estate Dada espone ad Albisola, conoscendo Enrico Baj e Wilfredo Lam. La collettiva Cuneo, Maino, Martelli, Mazzon, Pivetta si tiene al Circolo degli Artisti di Albisola dal 16 al 22 agosto.
A settembre, con la probabile mediazione di Manzoni, è inclusa in una mostra collettiva alla Galleria del Prisma di Milano, al fianco di Aimi, Galimberti, Brandeschi, Zagni, Pivetta, Pittigliani, Picciotti, Aricò S., Gaudenzio, Colombo R., Colombo G., Reggiani L., Carrera, Pignatelli, Marchesi, Imbonati, Rossi, Dainesi. Nella medesima galleria a febbraio di quell’anno aveva avuto luogo la mostra “Manzoni, Castellani, Bonalumi”.
1959
Il 27 aprile la Galleria del Prisma di Milano dedica a Dadamaino una mostra personale, a cura di Enotrio Mastrolonardo. Non sono note le opere esposte per l’occasione; il testo critico di Mastrolonardo descrive dei lavori riconducibili all’ambito Informale, caratterizzati da una gamma cromatica chiara all’interno della quale si dispiegano linee e incisioni che penetrano nel colore. Il grigio appare il colore dominante, come una sorta di monocromia. La stampa riferisce per lo più della “performance” dell’artista che ha offerto pesciolini fritti e vino all’inaugurazione.
Sollecitata dalla Soprintendenza di Roma e dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna a compilare una scheda informativa e inviare materiale bio bibliografico, dichiara che i suoi collezionisti al 24 giugno 1959 sono Lorenzin, Marinino,Simonetti, Centonza, Russoli, Fontana, Mastrolonardo, Jucker, Brinieri, Gastaldelli, Rufi, Riden, Geitlinger, Totti. Suoi disegni risultano al Museo della Grafica dell’Università di Pisa, al Museo Brooklyn e nella raccolta Servolini. Lucio Fontana a quella data ha acquistato già un’opera di Dadamaino, in segno di stima e di incoraggiamento per la giovane artista. Nell’autunno 1959, su influenza di Manzoni, si fa più radicale in Dadamaino la critica ulteriore alla pittura Informale come messa in discussione della professione del “pittore” e dei suoi tradizionali strumenti di lavoro.
Il 18 dicembre 1959, nella mostra collettiva “La donna nell’arte contemporanea” presso la Galleria Brera a Milano, Dadamaino presenta per la prima volta, provocatoriamente, un Volume, tela monocroma caratterizzata da un grande squarcio ovoidale.
Il catalogo della mostra non presenta la riproduzione dell’opera esposta, ma quella di un lavoro precedente, ancora segnico (analogo a Pittura, 1959, inviato al X Premio Avezzano nell’estate 1959): tuttavia la “perforatissima tela”[1] nominata da Mario Monteverdi sul “Corriere lombardo” non lascia dubbi sulla presenza di un Volume alla Galleria Brera, nella sua prima occasione espositiva, di pochi giorni precedente alla collettiva da Azimut.
Con i Volumi l’artista tocca la concezione di azzeramento dell’arte, in accordo con le coeve ricerche di Piero Manzoni ed Enrico Castellani. Dadamaino così, tra il 1959 e il 1960, espone in diverse occasioni i suoi Volumi presso la galleria Azimut[2], partecipando all’attività della galleria e intessendo rapporti con i protagonisti delle maggiori tendenze degli anni Sessanta, allora ancora in embrione: gli artisti tedeschi del Gruppo Zero, gli italiani Gruppo T e Gruppo Enne e i francesi del GRAV.
[1] M. Monteverdi, Anche le donne “bucano” i quadri, in “Corriere lombardo”, 31 dicembre/1 gennaio 1960.
[2] Dal 22/12/1959: collettiva di Anceschi, Boriani, Castellani, Colombo, De Vecchi, Manzoni, Mari, Massironi, Pisani, Zillocchi, cui si aggiunge qualche giorno più tardi Dadamaino; dal 25/5/1960: collettiva di Biasi, Breier, Castellani, Landi, Mack, Maino, Manzoni, Massironi, Mavignier, Moldow, Motus, Pisani, Santini; dal 24/6/1960: collettiva di Biasi, Breier, Castellani, Landi, Mack, Maino, Manzoni, Massironi, Mavignier, Motus, Pisani, Santini.
In autunno Dadamaino partecipa alla mostra “Sculture tascabili, componibili, trasportabili, istantanee” presso la Galleria Trastevere di Roma con Manzoni, Santini, Bonalumi, Biasi e Massironi. Per l’occasione l’artista espone i Volumi, così descritti in catalogo: “Superficie – volume tascabile per viaggi in treno alberghi squallidi contro l’influenza dei calendari d’arte”.[2]
[1] S. Rescio, Pesci fritti e uova in blu nelle manifestazioni di Albisola, in “L’Unità” (Roma, edizione di Savona), 2 agosto 1960.
[2] Dadamaino, in Sculture tascabili, componibili, trasportabili, istantanee, Galleria Trastevere, Roma, 8 ottobre 1960.
1961
Il 1961 si apre per Dadamaino il 1° aprile, con l’inaugurazione di una mostra collettiva alla Galleria Montenapoleone di Milano. “Come i pittori vedono i critici”, un’esposizione in cui settanta pittori espongono altrettanti ritratti di noti critici d’arte. Dadamaino con “una trovata spassosa e spiritosissima”[1], propone un ritratto di Giorgio Kaisserlian.
Il 20 maggio inaugura la mostra personale a Padova, nello spazio espositivo del Gruppo N. Presentata da un testo di Piero Manzoni, Dadamaino espone per la prima volta i Volumi a moduli sfasati: fogli di rhodoid fustellati a mano, disposti a poca distanza l’uno dall’altro con lievi sfasature. Del medesimo anno sono i Rilievi, prima tavolette di plexiglas, poi anche fogli di rhodoid o di cartoncino, tagliati in innumerevoli lamelle, a dimensioni scalari identiche. Questi materiali, ricettivi di luce, a seconda del movimento dello spettatore creano giochi di chiaro-scuro, suggestioni ottiche di movimento.
Nel mese di agosto Dadamaino si reca ad Albisola, dove raggiunge Piero Manzoni e altri artisti. Dal 12 al 19 agosto 1961 l’amico presenta per la prima volta al pubblico la Merda d’artista, partecipando alla mostra “In villeggiatura da Pescetto” alla Galleria Pescetto di Albisola Capo. Per la stessa occasione Tullio d’Albisola chiede ad alcuni artisti di decorare dei piatti di ceramica, che sarebbero poi stati presentati in un catalogo di piatti d’artista (in realtà mai pubblicato). In questa occasione Dadamaino decora un piatto di ceramica che presenta una linea centrale nera molto spessa, dalla quale si rifrangono altre linee sempre più sottili e chiare, tendenti all’azzurro; alle linee sono inclusi degli inserti in terracotta.
Nell’agosto aderisce al “Gruppo Punto”, fondato il 21 agosto 1961 da Dadamaino, Antonio Calderara, Nanda Vigo, Kengiro Azuma, Hsiao Chin e LI Yuan-Chia. Ispiratore è Lucio Fontana, il quale scrive per gli artisti un pensiero, base della loro poetica: “Capire la condizione di finito nell’infinito è intuire nella realtà di pensiero”[2]. Subito dopo tale riflessione, viene redatto e sottoscritto il manifesto[3].
In ottobre è inaugurato il “XII Premio Lissone”. Dadamaino è inserita nella sezione “Informativo – Sperimentale” con Manzoni, Castellani e Bonalumi. I quattro artisti sono nominati per l’occasione “Gruppo Milano 61”.
[1] Come i pittori vedono i critici, in “Corriere Lombardo”, 7/8 aprile 1961.
[2] D. Stella (a cura di), Nanda Vigo: light is life, Johan & Levi, Milano 2006.
[3] “1. Superare il ricordo per affidare all’idea la nostra ansia di esprimerci. 2. Affermare uno spazio che è dimensione spirituale per definire la misura della nostra necessità. 3. Realizzare ordine, armonia, equilibrio, purezza: l’essenziale. 4. Data la condizione di finito nell’infinito, nella realtà dello spirito trovare la verità dell’essere”. Archivio Dadamaino.
1962
Dal 2 gennaio al 3 febbraio l’artista partecipa alla mostra collettiva “Accrochage 62” ad Arnhem, in Olanda. Dadamaino entra così in contatto con il Nul Groep e in particolare con Henk Peeters, artista animatore e organizzatore delle mostre del collettivo artistico, caro amico di Piero Manzoni. La collaborazione avviene proprio grazie a Manzoni, che propone Dadamaino all’amico fin dall’ottobre-novembre 1960.
Nel mese di febbraio, all’artista è dedicata una mostra personale alla Galleria Senatore di Stoccarda, dal titolo “Maino. Monochrome Malerei”, a cura di Walter Schonenberger.
L’artista propone le opere più indicative della sua produzione, dal 1959 al 1962: i Volumi, i Volumi a moduli sfasati e i Rilievi. Schonenberger inserisce questi lavori all’interno di quella corrente monocroma, iniziata da Klein e portata avanti da Manzoni, Castellani, Piene, Mack e altri. La congiunzione a questa corrente si ritrova peraltro già nel titolo dato alla mostra personale, “Maino. Monochrome Malerei”, che tanto si riconnette al titolo dell’esposizione internazionale “Monochrome Malerei”, svoltasi allo Staditisches Museum di Leverkusen nel 1960 sotto la curatela di Udo Kultermann.
Mentre Dadamaino espone a Stoccarda, Henk Peeters organizza la mostra “Nul 62” presso lo Stedelijk Museum di Amsterdam. La mostra è inaugurata il 9 marzo 1962 e sono presenti opere di: Philips, Goepfert, Bury, Megert, Armando, Fontana, Dorazio, Verheyen, Castellani, Manzoni, Dadamaino, Kusama, Haacke, Pohl, Aubertin, Mavignier, Holweck, Mack, Piene, Uecker, Henderikse, Peeters, Schoonhoven, De Vries. Dadamaino espone due Volumi a moduli sfasati nella sala in cui sono inseriti anche Manzoni e Castellani.
Altro passaggio importante del 1962 sono le esposizioni del Gruppo Punto di cui l’artista si fa coordinatrice e curatrice. L’11 agosto è inaugurata la mostra “Punto 2” al Palacio de la Virreina di Barcellona. Al nucleo originario di artisti se ne aggiungono altri: Bartolomé, Bolognesi, Cruz-Diez, Cubells, Faix, Ferrer, Jürgen-Fischer, Alviani, Hurtuna, Le Parc, Mavignier, Morellet, Navarro, Peeters, Porta, Raventós, Rostkowska, De Saram, Soto, Stein, Picelj.
La mostra di Barcellona suscita interesse e clamore, tanto che Luis Gonzáles Robles, commissario della Biennale spagnola, propone di ripresentare l’esposizione a Madrid. La mostra madrilena è aperta così nel mese di ottobre al Museo d’Aste; gli espositori rimangono gli stessi di Barcellona e ad essi si aggiunge il Gruppo N.
Intanto, mentre “Punto 2” riscuote successo in Spagna, Dadamaino coordina un’altra mostra del gruppo ad Albisola Mare: “Punto 3” alla Galleria La Palma.
A “Punto 3” la partecipazione è più ristretta: espongono Bolognesi, Calderara, Fontana, Alviani, Hsiao Chin, Li Yuen-Chia, Dadamaino, Peeters, Pizzo, Rostkowska, Schoonhoven, Kristk, Rossello, Soto, Picelj, Morellet, Le Parc, Azuma.
Malgrado il successo delle due mostre organizzate nell’agosto 1962, Dadamaino, negli anni successivi, non partecipa più alle esposizioni del Gruppo Punto, che continuerà comunque la propria attività fino al 1966.[1]
Tra le numerose partecipazioni della stagione invernale, è da sottolineare la rassegna “Arte Programmata” alla Galleria La Cavana di Trieste, curata da Umbro Apollonio e Getulio Alviani. Dadamaino propone un Rilievo su cartoncino.
[1] 1961, Milano; 1962, Barcellona, Palacio de la Virreina; 1962, Albisola, Galleria della Palma; 1963, Firenze; 1963, Taipei; 1964, Macerata; 1964, Venezia, Galleria Gritti; 1964, Bologna, Galleria 2000; 1965, Firenze, Galleria Numero; 1965, Roma, Galleria Numero; 1965, Mestre, Galleria Elefante; 1965, Milano, Galleria Cenobio; 1965, Zurigo, Galleria Susanne Bollag; 1966, Ancona, Galleria Fanesi.
1963
L’amico Getulio Alviani prevede e organizza una mostra personale di Dadamaino il 23 febbraio alla galleria La Cavana di Trieste, ma non si hanno ulteriori notizie se la mostra si sia tenuta effettivamente.
Dopo la rilevante partecipazione internazionale alla mostra berlinese alla Galleria Diogenes “Zero. Der neue idealismus”, Dadamaino coordina e cura la mostra “Oltre la pittura. Oltre la scultura. Ricerca d’arte visiva”, inaugurata il 26 aprile presso la Galleria Cadario di Milano. Espongono: Adrian, Anceschi, Boriani, Boto, Colombo, Costa, Cruz-Diez, Dadamaino, Devecchi, Equipo 57, Le Parc, Mack, Mari, Morellet, Munari, Gruppo N, Peeters, Piene, Sobrino, Stein, Tomasello, Varisco.
Bruno Munari realizza l’affiche della mostra; è pubblicato anche un catalogo con gli interventi di alcuni intellettuali vicini alle nuove ricerche visuali: da Umbro Apollonio a Guido Ballo; da Gillo Dorfles a Umberto Eco. Come confermato dalle riproduzioni del manifesto, Dadamaino espone i Volumi a moduli sfasati.
Il 1963 è anche l’anno di due importanti rassegne biennali: la Biennale di San Marino e “Nove Tendencije” di Zagabria, due esposizioni simbolo del momento di maggiore espansione dell’arte cinetica.
La IV edizione della Biennale di San Marino, a cura di Giulio Carlo Argan, inaugura il 7 luglio 1963. La rassegna presenta artisti che operano “Oltre l’informale”: da Christo a Dine, da Jorn ad Appel, da Baruchello a Castellani, da Festa a Kounellis, da Mauri a Munari, da Novelli a Perilli, da Rotella a Schifano. La giuria premia le ricerche cinevisuali, assegnando il primo premio ex-aequo al Gruppo N e al Gruppo Zero.
Altra rassegna internazionale di grande interesse dell’estate del 1963, è la seconda edizione di “Nove Tendencije” alla Galleria Suvremene Umjetnosti di Zagabria, organizzata dal pittore brasiliano Almir Mavignier, dal critico serbo Matko Mestrovíc e dal gallerista Božo Bek. Qualche mese dopo, Dadamaino prende parte all’assemblea generale di “Nouvelle Tendance”, tenutasi nei giorni del 13, 14 e 15 dicembre 1963 presso lo studio del GRAV di Parigi[1] , diventando ufficialmente membro del movimento.
Proprio a partire dal 1963 il nome Dadamaino inizia a comparire unito, come attestato nel secondo numero della rivista “Nul = 0” (Nul = 0. Serie 1 / no. 2 april 1963) e nella corrispondenza del tempo.
[1] Lettera inedita del GRAV a Dadamaino, 3 dicembre 1963. Archivio Dadamaino.
1964
Nei primi mesi del 1964 Lara Vinca Masini invita Dadamaino a partecipare a una collettiva presso la Strozzina di Firenze, in occasione di una rassegna musicale organizzata dall’associazione “Vita musicale contemporanea” di Pietro Grossi.
Contemporaneamente Dadamaino prepara le opere da spedire al Musée des arts décoratifs di Parigi per l’esposizione internazionale “Nouvelle Tendance”, prevista per i mesi di aprile e maggio. Per l’occasione Dadamaino espone tre opere mai presentate prima: due Oggetti ottico-dinamici e un Oggetto ottico-dinamico indeterminato. Gli Oggetti ottico-dinamici sono composti da piastrine in alluminio tese su fili di nylon secondo rapporti geometrici che generano effetti ottici; l’Oggetto ottico-dinamico indeterminato è composto da 3 anelli di metallo speculari, di grandezza degradante verso l’interno. Questi anelli poggiano su un piano circolare a righe bianche e nere. Il piano è illuminato dall’alto e messo in movimento da un motore. In questo modo il disegno ottico del piano si riflette continuamente lungo le superfici specchianti degli anelli, creando dei giochi ottico-cinetici che danno la sensazione che siano proprio gli anelli a muoversi ed intersecarsi.
Di questi anni sono anche le Spirali rotanti, costituite da una serie di anelli sovrapposti con inserite ad incastro delle lamelle, senza alcuna saldatura. Di queste spirali ne realizza alcune serie, con lamelle di diversi materiali: in ottone cromato, in acciaio inossidabile, in alluminio anodizzato o in bagno di vernice fluorescente, in plexiglas pieno. Essendo tutti questi materiali conduttori di luce, ne risultano oggetti rotanti e luminosi, che emettono da tutte le lamelle fasci della luce immessa alla base.
Tre Oggetti ottico-dinamici indeterminati sono inviati da Dadamaino al “2° Premio di Pittura Castelletto Ticino”, tenutosi a Castelletto Ticino (NO) dall’11 giugno 1964. La giuria, composta da Paride Accetti, Gillo Dorfles, Lucio Fontana, Roberto Sanesi e Oscar Signorini, dopo successive votazioni, decide di assegnare il primo premio a Del Pezzo e il secondo ex-aequo ad Aricò, Bonalumi e Schifano.
Nell’estate Dadamaino è inclusa con Gianni Colombo, Manzoni, Castellani, Dorazio, Fontana, Yves Klein, Kusama, Mack, Piene, Dieter Roth, Soto, Uecker, Verheyen alla rassegna itinerante “Mikro Zero/Nul – Mikro Nieuw Realisme” alla Galleria Delta di Rotterdam (7 agosto – 20 agosto; Jeugdfestival di Velp 24 agosto – 29 agosto; Galleria Amstel 47 di Amsterdam 31 agosto – 19 settembre).
Altro premio estivo è il “XV Premio Avezzano”, svoltosi nel mese di agosto a Palazzo Torlonia, nel comune di Avezzano (AQ). Dadamaino espone tre Oggetti ottico-dinamici indeterminati, identificabili con quelli presentati al premio di Castelletto Ticino.
Il 1964 è anche l’anno in cui muore Erina Saporiti, madre dell’artista.
1965
Dal 15 gennaio 1965 Dadamaino espone alla Galleria Aktuell di Berna, grazie all’invito dell’artista Megert e del gallerista Aellen. Si tratta di una mostra di piccoli formati, alla quale l’artista è invitata ad inviare da una a tre opere. Dadamaino invia tre Oggetti ottico-dinamici. Gli oggetti sono apprezzati dal pubblico svizzero, tanto che l’artista riesce a venderne due guadagnando il prezzo complessivo di 480 franchi svizzeri.
Dal 9 al 22 aprile Dadamaino espone i Volumi alla mostra “De Nieuwe Stijl” alla Galleria De Beige Bij di Amsterdam. L’esposizione è organizzata da Leo Verboon e Albert Voogel, galleristi che in quegli anni avevano aperto a L’Aja la Galleria Orez.
Tra luglio e agosto a Palazzo Costanzi di Trieste si tiene la mostra “Arte cinetica”; Dadamaino espone Oggetto ottico-dinamico indeterminato con un diametro di 100 cm.
Il 13 agosto è inaugurata la terza edizione di “Nova Tendencija” di Zagabria. L’artista partecipa alla rassegna presentando Ricerca uno, un cortometraggio di circa cinque minuti che riprende un Oggetto ottico-dinamico indeterminato in funzionamento. Lo scopo del film è mostrare una ricerca cinetica sfrondata dall’apparato meccanico che la genera e che consenta di visualizzare tutte le immagini prodotte, comprese quelle che l’occhio non riesce a percepire durante la velocità motoria dell’oggetto.
Ricerca uno è proiettato a fianco di Disco e Cilindri stroboscopici del Gruppo MID, Strutturazione cinevisuale ambientale di Colombo, Ambiente sperimentale di Anceschi e Boriani e Spazio in strutturazione plasticromatica di Devecchi.
1966
All’inizio dell’anno Dadamaino lascia la casa di via Vespri Siciliani per trasferirsi con il padre in via Bitonto 24. Suo vicino di casa e caro amico sarà Luciano Fabro.
Dal 5 al 20 marzo ha luogo il “Premio Raffaello e Ferdinando Giolli” al Salone del Broletto di Novara. Il premio, costituito in memoria del noto critico, consiste in una mostra-vendita di opere d’arte offerte dagli artisti vicini a Giolli. Dadamaino dona un Oggetto ottico-dinamico.
Partecipa alla “Mostra d’arte contemporanea ispirata alla Resistenza” organizzata dal Comune di Milano nel ventesimo anniversario della Repubblica Italiana (2 – 19 giugno 1966, presso la Villa Comunale di via Palestro). Pochi giorni dopo l’inaugurazione di Milano, l’artista è a Firenze per l’apertura della mostra “Strutture organizzate”, curata da Lara Vinca Masini, in occasione delle sei audizioni di musica elettronica organizzate dal Conservatorio Musicale Cherubini e dall’S 2F M. Con Dadamaino espongono, tra gli altri, Alviani, Apollonio, Boriani, Costa, Mari, Gruppo MID, Vigo.
Alla fine di luglio, con i colleghi Getulio Alviani e Marina Apollonio parte per la Sicilia, dove a Marsala partecipa al “Premio Centrozero. 1ª Rassegna Internazionale d’arte visiva”. Dadamaino espone un Oggetto ottico-dinamico. La giuria assegna il primo premio a Getulio Alviani con Superficie a testura vibratile, il secondo a Giorgio Bompadre con 5XO e il terzo a Marina Apollonio con Superficie circolare 5/KN. Dadamaino viene segnalata tra gli artisti che hanno presentato opere di grande valore artistico.
Nella settimana di Ferragosto, la Maino ritorna ad Albisola, dopo le importanti esperienze dei primi anni ‘60 al fianco di Piero Manzoni e la positiva mostra del 1962 “Punto 3”. Dadamaino dal 14 al 20 agosto partecipa alla mostra “Omaggio alla Nuova Tendenza” alla Galleria dell’Arco, organizzata da Franco Tiglio e dagli artisti Rinaldo Rossello e Tullio d’Albisola.
Tra settembre e ottobre, è presente all’esposizione “Pittori di oggi in Lombardia”, tenutasi prima a Villa Olmo di Como, poi alla Pinacoteca Civica di Lissone con due Oggetti cinetici. Uno è il classico Oggetto cinetico, formato da tre anelli concentrici, con base a righe bianche e nere; l’altro è denominato Oggetto cinetico spettrocolore, dove la base bianca e nera è sostituita da una base a righe colorate.
Dopo la svolta dei Volumi, è la prima volta che ricompare il colore in un’opera di Dadamaino. La comparsa del colore costituisce l’apertura a nuove meditazioni e ricerche, iniziate proprio nel 1966 con i fogli della Ricerca lineare e cromatica. Tali ricerche verranno sistematizzate nel 1967, anno in cui progetta la serie di cento tavolette denominate Ricerca del colore, esposta solo in anni successivi.
Il 1966 si chiude con la mostra natalizia “Il gioco degli artisti”, aperta dal 10 dicembre al 6 gennaio alla celebre Galleria del Naviglio di Milano.
1967
Il 18 gennaio Dadamaino partecipa alla mostra “La Nuova Tendenza” alla Galleria Cenobio di Milano.
Un’altra mostra dedicata alla “Nuova Tendenza” è inaugurata il 29 gennaio a Modena, presso la Galleria della Sala di Cultura del comune, poi, dal 12 marzo, in seconda tappa a Reggio Emilia. Curatore dell’esposizione è Umbro Apollonio. Dadamaino esibisce Composizioni cinetiche. Composizioni cinetiche sono esposte anche alla rassegna “Ipotesi linguistiche intersoggettive”, dal 16 maggio al Centro Proposte di Firenze, a cura di Lara Vinca Masini e in collaborazione con il Conservatorio Musicale.
Dal 1° al 15 agosto Dadamaino è invitata al “IX Premio di Pittura Silvestro Lega” di Modigliana, riproposto poi a Bologna, alla Fondazione Cesare Castelli, dal 12 al 24 settembre con Oggetto cinetico spettrocolore, Oggetto cinetico e Oggetto componibile. Tra i settantadue artisti invitati, Dada è segnalata dalla commissione giudicatrice, formata da Umbro Apollonio, Giancarlo Cavalli, Piero Dorazio, Gillo Dorfles e Mauro Reggiani; dopo svariate votazioni, le viene assegnata la Medaglia Ministero Affari Esteri per l’opera Oggetto componibile. Il primo premio è assegnato invece, ex-aequo, a De Alexandris e Devecchi, il secondo, sempre ex-aequo a Marrocco e Nigro, e il terzo al Gruppo MID.
Altra manifestazione estiva a cui Dadamaino prende parte è “Parole sui muri. Prima esposizione Internazionale Annuale di Manifesti”, organizzata a Fiumalbo (MO) dal sindaco Mario Molinari e da alcuni artisti e intellettuali quali Claudio Parmiggiani, Corrado Costa e Adriano Spatola. Dadamaino l’8 agosto 1967 si reca quindi a Fiumalbo; lì rimane fino al 18 agosto, pernottando con un centinaio di altri autori in un tendone militare messo a disposizione dal Comune. Per la manifestazione propone probabilmente i Componibili, oggetti ludici, che ben si prestano alla partecipazione attiva dell’osservatore e del turista.[1]
[1] Presso l’Archivio Dadamaino non è conservato alcun documento che attesta con certezza quale opera l’artista abbia esposto. L’informazione da me riportata, si riferisce ad una frase scritta da E. Gazzola in Parole sui muri. L’estate delle avanguardie a Fiumalbo, Ed. Diabasis, Reggio Emilia, 2003, p. 41: “Così Dadamaino, il cui segno ripetuto infinite volte con andamento sonoro era stato utilizzato come chiave per costruire oggetti componibili a disposizione del pubblico”.
1968
Nei mesi di maggio e giugno Dadamaino partecipa alla “II Biennale Internationale de la Gravure” di Cracovia.
Mentre la Biennale di Cracovia volge al termine, a Fiumalbo iniziano i preparativi per la seconda edizione di “Parole sui muri”. Dadamaino si limita ad inviare il film Ricerca Uno e alcuni disegni, donati poi al Comune di Fiumalbo.
In seguito a Fiumalbo, Dadamaino espone ad altre rassegne estive, come la “Mostra Internazionale Conca Verde” a Massalubrense (NA), una mostra-premio, che vede presenti in giuria Lea Vergine, Umbro Apollonio, Maurizio Calvesi, Doris Schmidt, Rudolf Springer e Herbert Schneider, durante la quale l’artista riceve un premio acquisto di 100.000 lire.[1]
Altra partecipazione è quella al “II Premio Internazionale d’arte Acireale Turistico Termale”, dall’8 settembre ad Acireale (CT). Qui Dadamaino espone un Oggetto Componibile e, per la prima volta, un Progetto per un ambiente. L’artista è sempre più interessata all’environnement, alla dimensione ambientale e performativa dell’opera, per un coinvolgimento attivo dello spettatore, che svilupperà nel corso dell’anno successivo. Lo stesso Progetto per ambiente è proposto al “Premio Biennale di Pittura Passignano sul Trasimeno”. La giuria del premio composta da Umbro Apollonio, Nello Ponente e Romeo Mancini, decide di assegnare a questa opera di Dadamaino il primo premio, ex-aequo con Rilievo di Nicola Carrino.
Dopo la partecipazione al “Premio Nazionale di pittura e scultura Mario Pettenon” a San Martino di Lupari (PD), l’anno di Dadamaino si conclude con una partecipazione alla mostra “Public eye. Kinetik, konstruktivismus, environments” alla Kunsthaus di Amburgo, tra ottobre e dicembre.
Il momentaneo allentamento dell’attività artistica è dovuto a un sempre maggiore interesse da parte dell’artista ai fatti politici di quell’anno.
Nello stesso momento in cui il PCI assume una posizione critica nei confronti del modello socialista sovietico, Dadamaino non rinnova la tessera al partito, al quale apparteneva da anni. L’artista si avvicina ai gruppi extraparlamentari di sinistra e collabora con i comitati di base dell’ATM. Successivamente, gli stessi comitati di base si allineeranno sempre più verso posizioni vicine al Movimento Anarchico. In questo modo Dadamaino entra in contatto con il Circolo del Ponte della Ghisolfa, stringendo amicizia con il ferroviere anarchico Pino Pinelli.
[1] Lettera inedita di “Mostra Internazionale Conca Verde”, 6 settembre 1968. Archivio Dadamaino.
1969
Il 5 maggio Dadamaino è nuovamente a Zagabria per l’inaugurazione di “Tendencije 4”. L’artista, con Marina Apollonio, Alberto Biasi, Angel Duarte, Karl Gerstner, Marcello Morandini, il Gruppo MID e altri è inclusa nella mostra retrospettiva sulla Nuova Tendenza, che ne affianca una seconda, incentrata sull’utilizzo del computer all’interno delle ricerche visuali.
A settembre Dadamaino si vede impegnata in due rassegne: “-31. Rapporto estetico per il Duemila”, nel centro storico di Varese; “XX Rassegna d’arte contemporanea. Co/incidenze”, a Massafra (TA). Il 1969 è anche l’anno di “Campo Urbano”, manifestazione organizzata da Luciano Caramel nelle vie e nelle piazze di Como. Così, alle ore 21 del 21 settembre, al molo di Sant’Agostino, Dadamaino dà vita all’environnement Illuminazione fosforescente automotoria sull’acqua. L’artista disperde sulla superficie del bacino del lago di Como circa mille tavolette di polistirolo ricoperte di vernice fosforescente. Allo spegnimento delle luci del lungo lago, queste emettono luminosità e riflessi lasciandosi ondeggiare sull’acqua. Con questo tipo di intervento, Dadamaino pensa di “riportare la gente al lago”, visivamente inosservato nella vita quotidiana. L’intenzione è dunque quella di farlo riscoprire e possibilmente riproporlo sotto un aspetto diverso, estetico, facendo godere agli spettatori un quadro di forme luminose, mosse liberamente e casualmente dall’acqua, in cui liberare immaginazione ed emozioni.
Tra novembre e dicembre Dadamaino espone a “Plastic Research”, una mostra organizzata da Marina Apollonio e Vittorio Meneghelli alla New Goodman Gallery di Johannesburg, in Sud Africa. Dadamaino espone nove opere: un Oggetto ottico-dinamico in alluminio su masonite, un Oggetto a iterazione cromatica, due Disegni ottico-dinamici e cinque piccoli Disegni colorati.
Durante la manifestazione, Dadamaino riesce a vendere solo uno dei piccoli Disegni colorati per la cifra di 20.000 £.
Ultimo progetto al quale l’artista lavora nel 1969, è l’Environnement lumino-cinetico studiato per la Place du Châtelet di Parigi. L’invito le viene recapitato da Frank Popper, il quale indice un concorso per la realizzazione di opere ambientali da collocare lungo le vie e le piazze parigine.
Il progetto per l’ambiente prevedeva due percorsi, uno all’esterno e l’altro all’interno di un tunnel, dove gli spettatori sarebbero stati coinvolti fisicamente ed emotivamente.
Dadamaino non vince il concorso, ma le tavole del progetto saranno esposte alla mostra “Intervention, environnements luminocinétiques dans les rues de Paris et la banlieue parisienne”, organizzata sempre da Popper al Centre National d’Art Contemporain di Parigi nel dicembre 1969.
Nella prima metà dell’anno avvia gli studi sistematici per la Ricerca del colore in cui utilizza i sette colori dello spettro ricercando il cromovalore medio tra questi, più il bianco, il nero e il marrone (dieci colori). Espone i Componibili, un Oggetto cinetico circolare, l’intera Ricerca del colore composta di 100 tavolette 20 x 20 cm con 4000 tonalità differenti e i Fluorescenti dal 26 febbraio al 15 marzo alla personale alla galleria Diagramma di Milano, una mostra preparata dall’anno precedente che segna una nuova tappa nel percorso creativo dell’artista. I Fluorescenti sono costituiti da strisce di plastificato fluorescente su tavola, che aumentano di dimensione dall’alto al basso e che possono essere eccitati da luce di Wood e mossi con un ventilatore o con le mani, per verificare l’esperienza cromo – tattile cinetica.
Poche le altre partecipazioni di quell’anno. Da segnalare la collettiva “Intesa e protesta nella segnaletica” presso le Fornaci di Cunardo, dal 18 luglio al 10 agosto.
1971
Si diradano le mostre e le occasioni espositive. L’artista è coinvolta dall’attività politica militante. Dal 14 gennaio la White Gallery di Lutry – Losanna inaugura una mostra personale di Dadamaino.
1972
Nel mese di maggio è inclusa nella mostra storica presso il museo Poldi Pezzoli, “Milano70/70. Un secolo d’arte”.
Dal 14 ottobre al 2 novembre è presente a una mostra collettiva presentata da Vanni Scheiwiller presso la galleria La Cappelletta di Osnago (CO), a fianco di Ballocco, Calderara, Colombo, De Alexandris, Nigro, Scaccabarozzi e Tornquist.
Partecipa con i Fluorescenti a una collettiva alla Gallerie Ubu di Karlsruhe, che l’anno successivo le organizzerà una mostra personale.
1973
Dopo pochi mesi si rinnova la collaborazione di Dadamaino con la galleria La Cappelletta: nei primi mesi dell’anno è inaugurata una mostra personale dell’artista a cura di Ernesto Francalanci. Per l’occasione Dadamaino espone il ciclo della Morfologia cromatica composto da otto tavole di cm 60×60; ogni tavola presenta 784 cerchi con un diametro di 1,8 cm, disposti a 2 mm di distanza l’uno dall’altro. Mediante questi cerchi l’artista studia il passaggio da un colore primario a un altro, attraverso ventotto variazioni cromatiche complementari. Singolare appaiono la nota critica di Francalanci e un testo dell’artista composto per la mostra: il complesso studio matematico della ricerca del colore rimane da sfondo ad argomentate valutazioni sulla difficile posizione dell’artista nel momento politico del tempo.
Il 1973 è l’anno di altre personali di Dadamaino: dal 2 al 26 marzo presso la Galleria del Cavallino di Venezia dove presenta la Morfologia cromatica; dall’11 maggio al 21 giugno alla Galerie Ubu di Karlsruhe con la Ricerca del colore (100 pezzi); dal 30 giugno presso il Centro d’Arte Sant’Elmo di Salò (BS). Di particolare interesse le personali italiane. Durante la personale veneziana, oltre alla tradizionale visione delle opere, era possibile ascoltare una conversazione tra Francalanci e Dadamaino della durata di quarantacinque minuti, parte della serie di registrazioni “Critica antiautoritaria”, archiviata presso la Galleria del Cavallino.
Al Centro d’Arte Sant’Elmo Dadamaino espone per la prima volta i Cromorilievi, concepiti nel 1972, tavole con elementi aggettanti in legno, costruiti con diverse combinazioni di volume, inclinazione e colore, inizialmente di formato rettangolare e da esporre orizzontalmente.
L’anno si conclude con la partecipazione alla collettiva “Omaggio a Paolo Scheggi” presso lo Studio2B di Bergamo.
1974
l 19 gennaio la galleria Il Nome di Vigevano inaugura una mostra personale di Dadamaino. L’artista presenta le cento tavolette della Ricerca del colore.
Dall’11 al 28 febbraio l’artista tiene una mostra personale presso la galleria Uxa di Novara.
Dal 22 febbraio al 18 marzo Dadamaino è presente alla collettiva “Sull’opera come campo” al Centro Serre Ratti di Como, dove espone la Ricerca del colore e i Cromorilievi di formato quadrato; la mostra sarà poi riproposta ad aprile all’Accademia di Belle Arti di Carrara. La collaborazione con la Serre Ratti si rinnova nel mese di ottobre, quando all’artista viene dedicata una mostra personale.
Il 1974 è anche l’anno in cui Dadamaino con Gonschior, Letto, Ludwig e Tornquist costituisce il gruppo Team Colore. Come sottolineato da Luciano Caramel, critico vicino al gruppo, punto comune degli artisti è la ricerca del colore con un atteggiamento analitico e matematico. Nel mese di maggio, durante la prima collettiva del gruppo presso la galleria Team Colore di Milano, l’artista espone un Cromorilievo.
Dal 21 settembre al 12 ottobre Dadamaino partecipa alla collettiva “Coazione a mostrare. Omaggio a Lucio Fontana” presso il palazzo comunale di Erbusco (BS). La mostra, organizzata da Romana Loda, presenta opere solamente di artiste donne: da Carla Accardi a Sonia Delaunay, da Giosetta Fioroni a Ketty La Rocca, da Yoko Ono a Niki de Saint Phalle.
L’anno si conclude con la partecipazione a due collettive: dal 15 novembre “Internationale Kleinformat – Ausstellung” alla Galerie Lydia Megert di Berna; dal 12 dicembre una mostra di grafiche alla galleria Arte Struktura di Milano di Anna Canali.
1975
Dal 22 gennaio al 3 febbraio Dadamaino partecipa alla collettiva “Proposte ‘75” presso il Cortilaccio di Torino.
Nel mese di febbraio tiene una mostra personale presso la galleria Team Colore di Milano dove espone soprattutto i Cromorilievi, disposti come forme romboidali a parete.
Diverse collettive caratterizzano l’inizio dell’anno: dall’8 marzo “Ricerche a Milano agli inizi degli anni ‘60” presso la Galleria Giuli di Lecco, dove Dadamaino espone ancora un Oggetto ottico-dinamico; dal 25 marzo “Du côté de Grossetti” presso il Salone Annunciata di Milano; dal 1º maggio “Continuità e ricerca” presso la galleria Tre papi di Sarzana (SP).
Di particolare interesse risulta la personale tenuta allo Studio V di Vigevano dal 13 giugno al 2 luglio: per la prima volta Dadamaino espone l’Inconscio razionale, tele monocrome, bianche o nere, dove sottili tratti sono distribuiti sulla superficie con una regolarità per la prima volta non programmata. La velocità e l’intensità con cui si susseguono questi tratti sulla tela sono dettati dall’impulso interiore dell’artista.
Dal 24 giugno l’artista partecipa alla collettiva “Segno e geometria” organizzata alla galleria Arte Struktura di Milano; presenti tra gli altri Irma Blank, Agostino Ferrari, Arturo Vermi, Mario Ballocco, Grazia Varisco, Jorrit Tornquist.
Durante l’estate partecipa ad una collettiva presso il Castello Svevo di Termoli, dove presenta un Cromorilievo.
Nella seconda parte dell’anno Dadamaino partecipa a diverse collettive in gallerie milanesi: “Momenti e tendenze nel costruttivismo” alla Galleria Buonaparte, con Calderara, Colombo, Hsiao-Chin, Morellet, Scaccabarozzi e Tornquist; “Mosaico 75” alla Gastaldelli Arte Contemporanea; “10 C P” alla Galleria Milano.
Il 1975 si chiude con due mostre personali: la prima alla galleria Method di Bergamo dal titolo “Dadamaino, la ricerca del metodo”, a cura di Umbro Apollonio; la seconda al Salone Annunciata di Milano. La mostra milanese si presenta come la prima retrospettiva di Dadamaino, con opere dal 1959 al 1975. La critica rimane particolarmente colpita dagli Inconsci razionali, non assimilabili ai lavori precedenti e definiti da Tommaso Trini “reticoli affioranti da una memoria elettronica, da grafismi computerizzati”.[1]
[1] T. Trini, Dadamaino, in “Corriere della sera”, 8 dicembre 1975. Archivio Dadamaino.
1976
L’anno si apre con la partecipazione alla collettiva “Ricerche a Milano agli inizi degli anni ‘60” a cura di Gillo Dorfles presso lo studio Luca Palazzoli di Milano. I lavori di Dadamaino sono esposti a fianco a quelli di Alviani, Anceschi, Bonalumi, Boriani, Castellani, Colombo, Devecchi, Manzoni, Mari, Scheggi, Varisco e Vigo.
Nel mese di maggio la galleria Arte Struktura le dedica una mostra personale con la serie dell’Inconscio razionale: nel testo di presentazione l’artista parla dei segni come una sorta di “scrittura della mente”.
Tra le diverse collettive autunnali va segnalato il primo posto ottenuto da Dadamaino al Premio Raffaello e Ferdinando Giolli. In occasione della premiazione avvenuta il 2 ottobre, Fausta Squatriti organizza una piccola mostra dell’artista nella sua casa di Vaciago.
Il 1976 è l’anno in cui Dadamaino arriva a concepire l’Alfabeto della mente: l’artista, rimasta profondamente colpita dall’eccidio di palestinesi raccolti nel villaggio libanese di Tall el Zaatar, inizia a tracciare piccoli segni della sua protesta impotente. Segni verticali e orizzontali si alternano in maniera ossessiva, una sorta di “h” muta, che tende a riempire completamente lo spazio bianco del foglio. Da questo primo segno casuale della mente, l’artista ne partorisce altri creando una sorta di alfabeto illeggibile e personale. Tele e fogli sono invasi da questi grafemi, senza soluzione di continuità. L’artista lavora a mano libera, con una penna, ripetendo un solo segno per superficie senza legarlo agli altri.
1977
Il 1977 si caratterizza per la partecipazione di Dadamaino a diverse collettive, molte di ambito internazionale. Si ricordano: dal 22 aprile la mostra alla Galerie d+c Müller-Roth di Stoccarda; a ottobre la partecipazione all’ottava edizione della Biennale di Graz presso la Kunstlerhaus Neue Galerie, dove Dadamaino espone l’Alfabeto della mente; dal 25 novembre la collettiva alla Galerie Walter Storms di Monaco, dove l’artista propone nuovamente l’Alfabeto della mente.
Dal 1º dicembre il Salone Annunciata di Milano inaugura una personale di Dadamaino dal titolo “Dadamaino. Dall’Inconscio razionale all’Alfabeto della mente. 1975-1977”. Sul pieghevole della mostra è pubblicato uno scritto di Dadamaino dove l’artista spiega la svolta degli ultimi lavori, vicini alla “tabula rasa” del 1958 avvenuta con la realizzazione dei Volumi.
1978
Dal 15 gennaio al 4 febbraio Dadamaino tiene una mostra personale al circolo artistico Arte Incontri di Fara d’Adda.
Nel 1978 si rinnova inoltre la collaborazione con la Galerie Walter Storms di Monaco, che le dedica una personale dal 29 settembre al 15 novembre, dove è presentato il ciclo dell’Alfabeto della mente.
Oltre alle numerose collettive autunnali a cui Dadamaino prende parte, si segnala la terza mostra personale del 1978, tenuta dall’artista dal 19 novembre al 3 dicembre presso la galleria Il Gelso di Lodi, dove l’artista espone l’Alfabeto della mente.
Nel 1978 Dadamaino inizia a lavorare all’opera I fatti della vita: una stanza interamente gremita di fogli di diverse dimensioni e colori, dove ogni foglio presenta il ripetersi ossessivo dei grafemi concepiti con l’Alfabeto della mente, cadenzati da intervalli e spazi bianchi. Le pareti della stanza diventano una sorta di diario dell’artista, dove nelle diverse vibrazioni della penna sembra di scorgere diversi momenti: pensieri, emozioni, umori, ma anche spunti di cronaca e riferimenti a semplici fatti quotidiani.
1979
Dal 17 febbraio al 31 marzo Dadamaino partecipa alla collettiva “Stanze del gioco” presso la Loggetta Lombardesca di Ravenna.
Nel mese di febbraio tiene una mostra personale alla galleria La Polena di Genova, dove per l’occasione presenta dieci tele di grande formato e dieci fogli della serie l’Alfabeto della mente.
Nel mese di giugno Dadamaino torna ad esporre in una collettiva a Ravenna, alla Pinacoteca Comunale, proponendo un’opera singolare, dal titolo Sotto la sezione d’oro si nasconde un piccolo tesoro. L’artista dispone su una parete cinquanta cartoncini, tutti di forma rettangolare, ma con diverse dimensioni. Solo uno dei cartoncini ripropone le dimensioni calcolate con la regola della sezione aurea. Il pubblico è invitato ad inserire il proprio nome su un cartoncino a piacimento; chi lo inserirà su quello a sezione aurea vincerà un premio alla fine della mostra.
Altra mostra dagli intenti ludici è “Itinerari di gioco” a cura di Marinella Pigozzi, presso la Villa Reale di Monza dal 5 al 30 giugno. Qui espone un Componibile del 1965.
Diverse collettive di respiro internazionale caratterizzano il 1979: la mostra negli spazi di Ottenhausen Verlag di Monaco, dove Dadamaino espone l’Alfabeto della mente; “Kunstlerbücher / Artists’ Books” alla Galerie Lydia Megert di Berna.
Dal 21 maggio al 12 giugno Dadamaino tiene una mostra personale presso la galleria Martano di Torino, dove espone l’Alfabeto della mente.
Personale di rilievo risulta infine quella organizzata dalla Studio Grossetti di Milano, dal 20 novembre. Qui, oltre a dodici grandi tele di grande formato che ripropongono l’Alfabeto della mente, Dadamaino espone per la prima volta l’opera I fatti della vita, composta per l’occasione da centosessanta fogli e foglietti di dimensioni svariate.
Dal 22 marzo al 18 aprile l’artista tiene una personale dal titolo “Variazione sul tema” presso il centro culturale In Oltre di Monza.
Evento di primaria importanza del 1980 risulta essere la partecipazione di Dadamaino alla XXXIX Esposizione Internazionale d’Arte alla Biennale di Venezia, dove all’artista è riservata una sala personale all’interno del Padiglione Italia. Curatore del Padiglione è Vittorio Fagone, il quale propone in mostra artisti di punta della ricerca artistica italiana negli anni Settanta: Agnetti, Bartolini, Battaglia, Carpi, Dadamaino, Griffa, Olivieri, Patella, Vaccari, Verna, Zaza. La sala dedicata a Dadamaino apre l’esposizione con I fatti della vita. L’opera, esposta pochi mesi prima allo Studio Grossetti di Milano, si amplia maggiormente, passando da centosessanta a quattrocentosessantuno fogli che saturano completamente tre pareti della sala.
Dopo la Biennale di Venezia e oltre a diverse mostre collettive, in autunno Dadamaino tiene due mostre personali: dal 17 ottobre al 10 novembre torna al Centro Serreratti di Como con la mostra “Dadamaino. Iterare il tempo”, a cura di Alberto Veca; dal 6 dicembre alla Maggie Kress Gallery a Taos, New Mexico, dove espone l’Alfabeto della mente e I fatti della vita.
1981
L’anno si caratterizza per diverse mostre personali: dal 9 aprile al 15 maggio Dadamaino espone alla Schmidtbank Galerie di Norimberga l’Alfabeto della mente e I fatti della vita; dal 22 settembre al 12 ottobre è presente allo Studio d’Ars di Milano con la mostra “Piccole storie”; dal 10 al 28 ottobre espone alla galleria Plurima di Udine.
Personale di rilievo risulta essere quella alla Galerie Walter Storms di Villingen, dove oltre all’Alfabeto della mente e a I fatti della vita, espone per la prima volta le Costellazioni: opere dove il segno grafico diventa sempre più piccolo, perde ogni riferimento ad un ipotetico alfabeto mentale e tende ad addensansi o disperdersi, simulando moti molecolari e galassie stellari. In questi lavori riappare il colore, utilizzato comunque in modo monocromatico su ogni singolo foglio.
1982
Costellazioni sono esposte per la prima volta in Italia nell’agosto 1982, al Museo Butti di Viggiù (VA), durante la personale “Dadamaino” a cura di Flaminio Gualdoni.
Interessanti, tra le altre, alcune collettive internazionali: dal 23 aprile “11 Italienische Künstler in München” alla galleria Künstlerwerkstätten di Monaco al fianco di Bartolini, Dias, Gastini, Griffa, Mainolfi, Mattiacci, Mochetti, Nannucci, Spagnulo e Zorio; dal 12 al 24 ottobre “Arte italiana 1960-1982” all’Institute of Contemporary Art di Londra; dal 5 novembre “Übergänge – Bildner zwischen Wort und Zeichen” alla galleria Künstlerwerkstätten di Monaco al fianco di Darboven, Gappmayr, Hirshberg, Klophaus, Pfnür, Shäuffelen, Shimotani, Simons, Ulrichs; infine partecipa alla Seconda Triennale Internazionale di Disegno di Wroclaw in Polonia.
1983
Dal 28 gennaio al 28 febbraio il PAC di Milano organizza una bipersonale dedicata a Dadamaino e all’artista cecoslovacco Stanislav Kolibal. L’esposizione, a cura di Mercedes Garberi, rientra in un ciclo di proposte culturali dal titolo “Installazioni”, dedicato ad artisti audaci che non sono mai rientrati interamente in una scuola o tendenza. Per l’occasione Dadamaino presenta un’ampia selezione dei suoi lavori, dai Volumi alla Ricerca del colore, dall’Alfabeto della mente alle ultime Costellazioni.
Altra bipersonale è quella organizzata dalla galleria Plurima di Udine nel mese di aprile, quando Dadamaino espone al fianco di Castellani. La mostra è parte della rassegna “Continuità” a cura di Filiberto Menna.
Tra le diverse collettive si segnalano due mostre retrospettive sulle tendenze artistiche degli anni Sessanta: a settembre “Primavera ‘60” organizzata dal circolo culturale Il Politecnico di Varese, dove Dadamaino espone al fianco di Boriani, Cioni, Gastini, Gilardi, Olivieri, Spagnulo e Zorio; a novembre “Arte programmata e cinetica” nelle sale di Palazzo Reale a Milano, a cura di Lea Vergine, dove Dadamaino è inserita nella terza sezione della mostra, “Presenze parallele”, dedicata ad artisti che hanno portato avanti ricerche affini a quelle cinetiche, ma con intenzioni diverse.
1984
Dal 14 marzo al 14 aprile tiene una mostra personale alla Galerie Beatrix Wilhelm di Leonberg, “Konstellationen. Neue bilder”, in cui è pubblicata la prima monografia dell’artista, a cura di Flaminio Gualdoni.
A giugno partecipa alla collettiva “Recenti acquisizioni. Artisti italiani anni 60 e 70”, organizzata dalla Galleria d’Arte Moderna di Bologna.
Tra giugno e luglio l’artista espone a Tokyo, in una collettiva dal titolo “Asia modern art exhibition. Special review”.
Sempre nel mese di luglio Dadamaino è inclusa nella mostra “Azimuth e Azimut”, a cura di Marco Meneguzzo negli spazi del PAC di Milano.
L’anno si chiude con una mostra personale alla galleria Il Sole di Bolzano, dal 23 novembre al 19 dicembre.
1985
A gennaio Dadamaino tiene una bipersonale allo Studiotre Architettura di Milano con Alighiero Boetti. A fianco ad opere come Kabul, Mappa del mondo, Ammazzare il tempo di Boetti, Dadamaino espone le Costellazioni.
Dal 21 marzo l’artista torna allo Studio Grossetti con una mostra personale dove espone le Costellazioni.
Altra mostra personale dell’anno è quella al Centro d’Arte Santelmo di Salò (BS).
È presente alla collettiva “Arte italiana degli anni ‘60” al Castello di Rivoli (TO).
1986
Dal 6 aprile al 4 maggio tiene una mostra personale ai Musei Civici di Villa Mirabello di Varese.
1987
Dal 28 gennaio al 27 febbraio Dadamaino tiene una mostra personale alla Galerie Beatrix Wilhelm di Stoccarda, dal titolo “Dadamaino. Arbeiten von 1958 bis 1968 und von 1986”.
Dal 6 febbraio è presente alla collettiva a cura di Flaminio Gualdoni “Toccare con gli occhi”, presso il comune di Salò (BS). Con i lavori di Dadamaino sono esposte opere di Accardi, Dorazio, Fontana, Garutti, Licini, Manzoni, Melotti, Olivieri e Zorio.
Dal 21 febbraio la galleria N2 Nuova 2000 di Bologna le dedica una mostra personale, dove Dadamaino espone le Costellazioni.
Parecchie le collettive del 1987, si segnalano: dal 9 aprile “Tableaux d’une exposition”, a cura di Giorgio Verzotti e Horatio Goni, alla galleria Fac-simile Arte di Milano, dove Dadamaino espone al fianco di Colombo, Nigro, Pinelli, Garutti, Bertasa, Dynis, Mazzucconi e Tufano; dal 27 giugno “Mitografie. Luoghi visibili/invisibili dell’arte” a cura di Claudio Cerritelli, presso la Loggetta Lombardesca di Ravenna; dal 16 ottobre “Maestri d’avventura” a cura di Claudio Cerritelli alla galleria N2 Nuova 2000 di Bologna; dal 10 dicembre Dadamaino partecipa a una collettiva presso la galleria Martano di Torino, dove espone con Ferrara, Gastini, Griffa, Habicher, Icaro, Mattiacci, Nagasawa, Nigro, Ruggeri e Spagnulo.
Il 1987 è anche l’anno in cui Dadamaino inizia a lavorare al ciclo Il movimento delle cose: sottili segmenti tracciati con una china nera su fogli di plastica trasparente. Questi piccoli segni si moltiplicano in maniera dinamica sull’intera superficie dei fogli, generando gorghi, sinuosità, percorsi.
1988
Dal 20 febbraio Dadamaino espone con Giuseppe Spagnulo alla galleria G7 di Bologna: alle sculture in ferro e bronzo di Spagnulo sono contrapposti le incorporee superfici in poliestere di Dadamaino appartenenti al ciclo Il movimento delle cose, esposte per la prima volta.
Tra le diverse collettive dell’anno, pare interessante la partecipazione di Dadamaino alla mostra “Oro d’autore. Materiali e progetti per una nuova collezione orafa”, inaugurata il 3 settembre al Museo Archeologico di Arezzo. L’esposizione si articola in tre sezioni: la prima dedicata ad artisti la cui attività si è incentrata sul gioiello (Perlini, Pinton, Forlivesi, Romano, Canuti, Onali, Martinazzi); la seconda dedicata ad artisti che non si sono mai occupati di gioielli, ma che con i loro progetti possono dare un nuovo slancio al settore (Mochetti, Mattiacci, Dadamaino); la terza comprende quattro architetti-designers (Mendini, La Pietra, Buti, Poli). Per l’occasione Dadamaino progetta delle spille dalle forme semplici ed essenziali, dove la superficie dorata è resa dinamica e vibrante grazie a delle zigrinature a smalto che simulano gli infiniti tratti delle opere Il movimento delle cose. Uno dei progetti proposti è stato realizzato successivamente dalla ditta Ceccarelli-Gnaldi e destinato alla nuova collezione civica di Arezzo.
1989
Nel mese di marzo Dadamaino partecipa alla collettiva “Disegno italiano. 1908-1988” alla Kunsthaus di Zurigo, mentre dal 9 aprile partecipa alla mostra “Stiflung für konkrete kunst” a Reutlingen.
A maggio l’artista è presente alla collettiva “Un probabile umore dell’idea”, curata da Flaminio Gualdoni presso la galleria Niccoli di Parma. Accanto alle opere di Dadamaino sono esposti lavori di Klein, Castellani, Lo Savio, Manzoni, Morellet e Uecker.
Dal 26 ottobre l’artista tiene una mostra personale allo Studio Reggiani di Milano dal titolo “Passo dopo passo. 1987-1989”, a cura di Flaminio Gualdoni. Per l’occasione Dadamaino espone le ultime opere appartenenti alla serie Passo dopo passo.
Tra le altre partecipazioni del 1990 si segnala la bipersonale presso la Galerie Shöller di Düsseldorf “Dadamaino/Gianni Colombo”; tra le collettive: dal 15 dicembre alla galleria Plurima di Udine; dal 18 dicembre allo Studio d’Arte Contemporanea Dabbeni di Lugano; sempre a dicembre “Le ragioni dei materiali” alla galleria Mazzocchi di Parma.
1991
L’anno è caratterizzato da tre rilevanti mostre personali: la prima è inaugurata nel mese di giugno presso lo Studio d’Arte Contemporanea Dabbeni di Lugano, dove all’artista è dedicata un piccola antologica. Dal 12 al 30 ottobre Elena Pontiggia cura la mostra “Dadamaino. Interludio 1981” alla galleria Il Triangolo Nero di Alessandria. Per l’occasione sono presentate una serie di carte inedite, datate 1981, dal titolo Interludio. I lavori rappresentano un periodo di riflessione dell’artista dopo I fatti della vita e prima dell’avvio del ciclo Costellazioni. Alcuni grafemi concepiti con l’Alfabeto della mente si fanno sempre più piccoli e nervosi, ora disperdendosi in spazi vuoti ora addensandosi. Dal 18 ottobre al 6 dicembre Dadamaino tiene una mostra a Napoli al FRAMART studio, dove espone dieci opere appartenenti al ciclo Il movimento delle cose.
1992
La mostra personale alla FRAMARTstudio di Napoli è replicata nella sede milanese della galleria dal 28 maggio al 18 luglio. Dati gli spazi ristretti della sede milanese rispetto a quella napoletana, Dadamaino realizza pannelli più piccoli accostabili sempre al ciclo Il movimento delle cose.
Tra le collettive si segnala la presenza di Dadamaino alla mostra di inaugurazione della casa d’asta Frearte di Giovanna Frea.
1993
L’anno si caratterizza per mostre personali di rilievo.
Dal 20 marzo Dadamaino tiene una mostra personale antologica alla Casa del Mantegna di Mantova, “Dadamaino. Opere: 1950-1993”, organizzata dal Gruppo 7.
Successivamente, a Perugia presso il Centro Espositivo della Rocca Paolina si tiene la mostra “Trilogia 3. Dadamaino, Gastini, Bertasa”.
Dal 19 ottobre Francesca Pasini cura la bipersonale “Disegni. Giovanni Anselmo. Dadamaino” alla Galleria Federica Inghilleri di Milano. Se Anselmo propone una serie dei suoi disegni dal titolo Particolare della scritta infinito, ingrandita all’infinito, Dadamaino espone due lavori di grande formato del ciclo Il movimento delle cose.
Dal 31 ottobre negli spazi di Stiftung für konkrete kunst di Reutlingen è inaugurata la personale “Dadamaino. Werke 1958-1993”.
Tra le collettive si segnalano “Three Artistic Generations in Contemporary Italy. Castellani, Dadamaino, Fabro, Mochetti, Paolini, Spalletti” al Tel Aviv Museum of Art di Tel Aviv e quella organizzata dalle galleria del Milione, dal 17 dicembre al 27 febbraio, “Milano città aperta”, dove al fianco di Dadamaino espongono Carla Accardi, Felice Levini, Maria Mulas, Claudio Olivieri, Marco Rotelli e Walter Valentini.
1994
Dall’11 febbraio al 9 aprile Dadamaino torna ad esporre allo Studio D’Arte Contemporanea Dabbeni in una mostra personale. Dopo l’antologica del 1991, l’artista propone tre nuovi lavori di grandi dimensioni appartenenti al ciclo Il movimento delle cose e sei Rilievi in cartoncino datati 1961.
Dello stesso anno la mostra “Dadamaino, François Morellet, Günter Uecker” presso A Arte Studio Invernizzi di Milano.
1995
Tra le collettive dell’anno si segnala la mostra “Oro d’autore”, dal 4 ottobre al 3 novembre, al Museo Nacional de Bellas Artes di Buenos Aires. Dadamaino espone Collare per Oddantonio di Montefeltro (dalla fustigazione di Piero della Francesca), un collare in tessuto rosso sul quale sono impresse sette stelle a cinque punte dorate alternate a rombi dorati. Il collare, progettato da Dadamaino nel 1992, è stato realizzato successivamente dalla ditta Pitti & Sisi di Arezzo.
Mostra di rilievo è “Zero italien. Azimut/Azimuth 1959/1960 in Mailand. Und heute. Castellani, Dadamaino, Fontana, Manzoni, und italienische Künstler in Umkreis” presso la Galerie der Stadt Villa Merkel di Esslingen, dal 3 dicembre al 25 febbraio. La mostra ripropone la ricostruzione delle prime due mostre della galleria Azimut, alle quali sono affiancati lavori successivi di Castellani e Dadamaino.
1996
Dal 12 aprile al 29 giugno Dadamaino tiene una personale a Zurigo negli spazi di Stiftung für Konstruktive und Konkrete Kunst, mostra antologica con opere dal 1958 al 1994 dal titolo “Dadamaino. I fatti della vita”. L’artista è presentata in catalogo da un testo di Adachiara Zevi.
1997
L’anno si caratterizza per alcune mostre personali: “Dadamaino. L’alfabeto della mente 1976/1979” presso lo Studio D’Arte Contemporanea Dabbeni di Lugano; “Dadamaino” presso A Arte Studio Invernizzi di Milano; “Dadamaino” presso la galleria Borromini Arte Contemporanea di Ozzano Monferrato (AL).
Tra le collettive si segnala “Milano 1950-59. Il rinnovamento della pittura in Italia” al Palazzo dei Diamanti di Ferrara.
1998
L’artista tiene la personale “Dadamaino. Opere 1975-1981” presso l’Associazione Culturale Amici di Morterone a Morterone (LC).
1999
Dadamaino lascia la casa – studio di via Bitonto per trasferirsi in via Ponte Seveso 40.
È presente alla bipersonale “Cardinali, Dadamaino” alla Loggia dei Lanari di Perugia.
2003
Dall’8 febbraio al 23 marzo Dadamaino tiene una mostra personale al Museo Virgiliano di Pietole di Virgilio (MN) dal titolo “Dadamaino. L’alfabeto della mente” a cura di Luca Massimo Barbero.
Muore il compagno Gianfranco Cajelli.
2004
Il 13 aprile Dadamaino muore a Milano dopo un periodo di malattia. Le sue ceneri riposano nel piccolo cimitero di La Maddalena, frazione di Somma Lombardo (VA), accanto alle spoglie dei genitori.