Gli “Oggetti ottico-dinamici”, chiamati inizialmente anche “oggetti visivi instabili” sono oggetti composti da piastrine in alluminio, incollate a una tavola colorata di nero o meglio tese su fili di nylon secondo rapporti geometrici e matematici (in alcuni casi l’equazione X2+Y2=Γ2). Gli oggetti generano effetti ottici illusori e mutevoli, di profondità e circolarità, di forme geometriche emergenti. Dadamaino nel 1964 descriveva così un suo Oggetto, al retro:
“Oggetto ottico-dinamico indeterminato. Negativo (programmaz. 3) (…) Aspetto formale: L’insieme è suddiviso in nove parti (3 per lato) di forma quadrangolare ad intersecazione laterale. E’ composto da lastrine d’alluminio a fresature orizzontali e verticali. Queste partono dalla dimensione minima di 1 x 1,5 e con progressione di cm 0,5 sino alla massima di 3,5 x (…)5. Tutte le dimensioni delle lastrine sono il prodotto dei reciproci multipli. Dette lastrine sono montate su fili di nylon che vengono introdotti e fissati esternamente ai supporti di base appositamente forati a rilievo secondo lo schema di programmazione. Ne risulta un composto a rilievo di vuoti e pieni in parti uguali. Fondo nero.
Aspetto ottico -dinamico:
Così ottenuti i nove quadrilateri del rilievo assumono aspetto circolare a dinamica sfuggente. A sua volta, la particolare disposizione delle fresature sulle lastrine può annullare, interamente o parzialmente, le visioni circolari trasformandole in una successione di immagini indeterminate suscitate dai coefficienti spettatore, angolazione luminosa.
Base della ricerca è l’equazione: X2+Y2=Γ2”