I cicli di Dadamaino sono serie di opere di ricerca a cui l’artista attende lungo l’intero arco della sua parabola creativa. Si propone, tuttavia, una avvertenza generale. Le serie inaugurate negli anni Sessanta, in particolare quella dei “Volumi”, “Volumi a moduli sfasati”, “Rilievi”, raramente anche gli “Oggetti ottico-cinetici” sono proseguite in vari momenti della sua vita, nei decenni successivi alla data considerata da Dadamaino come “termine” del ciclo, fino agli ultimi anni, recando molto frequentemente la data dell’anno in cui il ciclo è stato ideato e svolto. Questo criterio di datazione, che si riferisce all’ideazione e allo svolgimento di una determinata ricerca, nata e conclusa in un preciso arco di anni, e non alla sua concreta realizzazione, risponde all’esigenza di ribadire, come una sorta di “marchio aziendale”, l’appartenenza dell’opera a una precisa fase di sperimentazione. La data dell’esecuzione del singolo pezzo, secondo tale logica, passa quindi in secondo piano rispetto alla sua pertinenza a un progetto estetico.
Riguardo alle serie citate, inoltre, pochissime opere furono vendute o cedute all’epoca della prima formulazione del ciclo. E’ da credere che l’artista apponesse un’iscrizione al retro dell’opera al momento della sua alienazione e non a ridosso dell’esecuzione. Pertanto è possibile reperire opere della serie dei “Volumi” con iscrizione al retro: “DADAMAINO – VOLUME- 1958” , benché a quella data l’artista si firmasse “Dada Maino”, poiché alienate dopo il 1963, quando l’artista adottò ufficialmente lo pseudonimo “Dadamaino”. Allo stesso modo è possibile che alcune opere non siano state “eseguite” alla data indicata al retro dall’artista, ma solo “ideate” in quella circostanza, ed assemblate in epoche successive. Risulta pertanto problematica, per quanto riguarda queste serie, ma non impossibile, una concreta successione diacronica che l’Archivio si propone di svolgere nella fase di Catalogo Generale delle opere. In particolare, per quanto riguarda la serie dei “Volumi”, le analisi tecniche e scientifiche e la stessa vicenda espositiva attestano una ripresa di esecuzione da parte dell’artista a partire dalla metà degli anni settanta per tutti gli anni ottanta e novanta.